Con l'indipendenza della Cecenia nel 1991 la Russia aveva perso il controllo su un'area di enorme importanza strategica, in quanto ricca di giacimenti petroliferi e di gas naturale e soprattutto attraversata da importanitissimi oleodotti e gasodotti. La sua riconquista, anche per non perdere un importante avamposto nell'Asia centrale (sempre più in mano a leadership mususlmane filoccidentali), era un imperativo per Mosca. Le sue truppe invasero la Cecnia nel 1994, ma la resistenza delle milizie guidate da Basayef non venne piegata. Nel 1996 i russi presero atto della sconfitta, costata loro migliaia di vittime, e si ritirarono. 100mila i morti ceceni. Il nuovo premier russo Putin, voglioso di rivincita, reinvade la Cecenia nell'ottobre del 1999. Il pretesto è che i ceceni appoggiano gli indipendentisti islamici in Dagestan, altra repubblica strategica ancora sotto il controllo di Mosca. Gli attacchi russi sono questa volta violentissimi. La capitale Grozny viene bombardata fino alla distruzione. L'aviazione russa utilizza anche armi chimiche e le truppe di terra commettono atroci violenze contro la popolazione civile. I ribelli ceceni resistono nella parte meridionale del Paese, dove ora si concentrano le operazioni belliche delle forze armate russe.
Politica Economia e Società nella cultura contemporanea
Un utopico tentativo
Il Gerba nasce dalla volontà di sensibilizzare e mettere in guardia l'opinione pubblica; fare in modo che essa cresca compatta e critica di fronte al pericolo della strumentalizzazione mediatica.
Scoprire l'alterazione di senso
Per far ciò è importante comprendere alcune verità fondamentali della nostra storia, della nostra civiltà e quindi della nostra cultura. Solo così l'abbaglio torbido dei riflessi condizionati sarà smascherato.
Verso una modalità autentica di esistenza
Dopo aver decodificato l'interpretazione della realtà vigente si devono mettere in discussione i vari nodi problematici che gravitano tra esistenza pubblica e privata, tra esistenza storica di una nazione ed esistenza singola di un individuo, tra vita nazionale e internazionale di un paese, tra politica ed economia, tra legalità e trasgressione.
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Abbiamo appurato ormai che l'uomo è diventato un superuomo. Ma il superuomo con il suo sovrumano potere non è pervenuto al livello di una sovrumana razionalità. Più il suo potere cresce e più egli diventa anzi un poveruomo. Le nostre coscienze non possono non essere scosse dalla constatazione che più cresciamo e diventiamo superuomini più siamo disumani.
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