Gli economisti, per poter fornire strumenti tecnici alla politica, devono collegare la teoria economica ai concetti morali che sono impiegati dai politici. Per far questo devono essere in grado di orientarsi in tematiche quali i bisogni, l’equità, le opportunità, la libertà e i diritti. L’economia positiva potrebbe essere separata dalle proposizioni valutative, ma gli economisti positivi sono influenzati dai propri valori morali. Nella teoria della razionalità le scelte di un soggetto sono determinate dalle sue preferenze, ma ciò non esclude che le preferenze siano orientate da principi morali. Il carattere dell’economia normativa è determinato sia dall’economia positiva che dalla razionalità, ma è errato identificare il benessere unicamente con la soddisfazione delle preferenze data la difficoltà di dare giudizi di valore secondo i quali si ritiene che persone che sono in situazioni simili godono dello stesso benessere.
Secondo le teorie anarco-capitalistiche i diritti naturali (cioè diritti che non dipendono dalle loro conseguenze) assicurano l’autonomia individuale. La giustizia consiste nel rispettare i diritti. Secondo Nozick un risultato è giusto solo se nasce dalla giusta acquisizione di ciò che si possedeva o dal trasferimento volontario di ciò che si possedeva giustamente. La giusta acquisizione è quella che non viola alcun diritto, e i trasferimenti sono volontari solo nel caso che nessuna limitazione delle scelte individuali nasca da violazione dei diritti: “La giustizia è una questione di titolo valido e dipende dalla storia reale, non dal quadro dei risultati che dalla storia risulta”. Solo il bisogno di rettificare ingiustizie passate giustifica la ridistribuzione. Le considerazioni riguardanti il benessere non giustificano mai alcuna interferenza con le libertà individuali, poiché la funzione dei diritti per Nozick non è di massimizzare il benessere, ma di assicurare la libertà e di permettere agli individui di perseguire i loro progetti personali.
Fonte: www.utopie.it
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